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mercoledì 20 agosto 2014

Bretonizzazione in corso...

Risveglio calmo, è Ferragosto. E' Ferragosto!! Sia Pippo che Typhaine hanno del tempo da passare con me :)
Nei 4 giorni che sono rimasta a casa loro abbiamo fatto un sacco di cose insieme.
Siamo andati a fare il bagno, cosa non da poco visto che c'erano al massimo 22 gradi e che l'acqua arrivava forse a una temperatura di 18, ma la spiaggia era bellissima, quasi tutta per noi, al riparo dal vento e quindi non si poteva proprio non entrare in quell'acqua meravigliosamente limpida.
Siamo andati a visitare i Menhir di Erdeven, poco conosciuti rispetto a quelli di Carnac, ma decisamente più grandi ed inseriti in un bel contesto a metà tra la foresta e la cittadina. Insieme a noi c'era anche Doug e mi sono divertita molto a farlo giocare, è un cane meraviglioso!
Abbiamo fatto un barbecue con alcuni loro amici, Pippo ha preparato delle ottime linguine con coques, i tartufi di mare, raccolti da lui qualche giorno prima e poi abbiamo grigliato quasi 40 sardine! Il tutto si è concluso con dell'ottimo banana bread, preparato sempre da Pippo, ricoperto di gelato alla vaniglia. Una cena coi fiocchi, è il caso di dirlo.
Abbiamo passeggiato sulla Ria d'Etel durante la bassa marea, alla ricerca di salicorno e altre piante commestibili.
 Ma più di tutto Pippo e Typhaine sono riusciti ad esaudire un mio grandissimo desiderio: andare col rastrellino e il secchiello sulla spiaggia durante la bassa. Voi penserete "esticazzi?", ma qui in Bretagna è praticamente l'attività all'aperto numero uno, conti meno di zero se non hai un tuo rastrellino! Scherzi a parte, in tutti questi anni ho sempre visto orde di Bretoni riempire le spiagge durante le maree basse e mi son sempre chiesta cosa andassero a fare attrezzati in quel modo. Ebbene, grazie ai miei due favolosi amici ho potuto provare l'esperienza più bretone che ci sia: andare a rastrellare la spiaggia per cercare coques (tartufi di mare), palourdes (vongole) e altri frutti di mare! Gli stivali gentilmente offerti da Typh sono stati molto utili, visto che, quando il mare si ritira, si scopre un fondo un po' melmoso: E così con il mio personalissimo rastrellino, accucciata sulla sabbia, ho iniziato a rastrellare e basta scendere di pochi centimetri per cominciare a trovare coques a più non posso. Nel giro di un'ora abbiamo raccolto 2,2 kg di coques! Inutile dirvi quanto gongolassi ad ogni ritrovamento, praticamente ero come una bambina cui era stata data per la prima volta una bambola. Certo che, bisogna ammetterlo, è un'attività piuttosto faticosa, dopo un po' vien male alle braccia e anche alla schiena, ma basta guardarsi intorno per vedere gente di tutte le età e smetterla di sentir dolore... se ce la fanno gli anziani....
Una delle prime cose che comprerò quando prenderò casa qui sarà proprio un bel set da rastrellatrice. Non vedo l'ora!!
Per il resto le giornate sono volate, ma con i giusti ritmi casa-gita. E a ferragosto abbiamo sentito un duo che faceva della musica afro-francese-cantautorale (non so proprio come definirla ma era una figata) in un locale vicinissimo alla spiaggia.
Di lunedì purtroppo Typh ha ripreso a lavorare e Pippo doveva finire di mettere i pannelli isolanti nella stanza che stanno costruendo al pian terreno, per cui ho deciso di andare a fare un bel giro nei Monts d'Arrée, una delle mie tappe fisse di ogni viaggio bretone. La giornata perfetta, tra l'altro, poche nuvolette graziose in cielo, sole non troppo caldo ma presente e poca gente in giro.
Dirigo la Gwen verso il Lac du Drennec, dove c'è una creperia, conosciuta anni fa per caso, con i tavolini all'aperto vista lago. Arrivo facilmente a destinazione, ma una volta giunta davanti alla creperia scopro che ha cambiato gestione ed ora è una brasserie-restaurant, quindi no crepes! Pazienza, penso, mangerò quello che c'è sulla carta e, sorpresa sorpresa, la cucina ha una spiccata tendenza all'indiano. In definitiva mi ritrovo sul lago a mangiare una bahajas di cipolle e del curry di pollo e gamberi! Insomma, ben lontana dall'idea di crepe che mi ero fatta, ma comunque ottimo cibo.
Nel pomeriggio affronto un tour abbastanza classico: Mont Saint-Michel de Braspart, Tavarn Ty Elise a Plouyé e per finire visita al mio amico Alain. 
Saint-Michel de Braspart è una piccola cappella situata in cima a una montagna da cui si dominano i Monts d'Arrée e la vallata. L'ho visto in tutte le stagioni e ho visto tutti i colori che la terra assume. Ma una giornata così tersa e poco ventosa ancora non mi era capitata per cui mi sono presa un bel po' di tempo per star lassù a contemplare la natura. Quando i turisti hanno cominciato a giungere a frotte ho deciso che era il momento per un'ottima Coreff, la birra prodotta proprio nei Monts d'Arrée. Direzione Plouyé, alla Tavarn Ty Elise di Bynn, un gallese ormai Bretone conosciuto anni orsono quasi per caso. Il suo locale era famoso per essere un luogo autentico, le vecchie mura di pietra e il pavimento in terra battuta, proprio come se si tornasse indietro nel tempo. Purtroppo tre anni fa è andato a fuoco a causa di un corto circuito e il povero Bynn, dopo più di 20 anni in quel posto, ha fatto di tutto per poter riaprire coi pochi soldi a disposizione. L'ultima volta che ero passata da Plouyé infatti la Tavarn era chiusa e recintata, bruciata a metà e mi aveva fatto grande tristezza. Ma ora è rinata, certo il pavimento non è più in terra battuta ma il sapore dell'autenticità l'ha conservato appieno! Quando entro mi rendo conto che ci siamo solo io e Bynn, allora faccio quattro chiacchiere con lui davanti ad una buona Coreff e mi dice che purtroppo ha perso un sacco di clienti, soprattutto di turisti che magari non sono informati sul fatto che il locale ha riaperto e quindi non passano nemmeno a vedere. In effetti non è che sia proprio di strada, bisogna conoscerla o comunque voler andar proprio a Plouyé. Gli ho promesso che avrei fatto pubblicità alla sua Tavarn e quindi, amici cari, qualora doveste finire in Bretagna un giorno, andate dritti dritti a Plouyé, nella piazza davanti alla chiesa e lì troverete questo scorbutico ma simpatico gallese trapiantato che vi dirà che lui serve solo prodotti bretoni, quindi scordatevi una Coca Cola, da lui c'è solo Breizh Cola!
Dopo la dissetante birretta mi muovo in direzione Kerdivoal, un minuscolo agglomerato di case in pietra del 1600, nascosto nella campagna, dove abita il mio Korrigan preferito: Alain! Non ho più il suo numero di telefono per cui spero vivamente di trovarlo a casa per fargli una bella sorpresa ed infatti, appena arrivo nella stradina di Kerdivoal eccolo lì, in giardino, intento a sistemare il rimorchio per la sua moto. Sorpresa riuscitissima, iniziamo a chiacchierare come se ci fossimo visti l'altro ieri, anche con sua figlia Marie che purtroppo si è appena separata dal marito ed ora deve accudire da sola i suoi gemelli di tre anni. L'ultima volta che ero stata qui infatti li avevo visti nelle culle, ora invece sono due vispi folletti dei monts d'Arrée!
Prendiamo un the in giardino, racconto i miei progetti ad Alain e lui subito telefona ad un suo amico italiano che vive a Douarnenez per dirgli se mi può aiutare a trovare casa. Parlo direttamente con lui, si chiama Andrea Sechi, e gli spiego che la casa la dovrò trovare fra un paio d'anni circa ma che Alain come al solito è troppo premuroso e gentile, e lui mi risponde che appena verrò qui se avrò bisogno di un posto per i primi tempi lui sarà ben lieto di ospitarmi! Ottimo direi.
Si fa l'ora di rientrare, Pippo e Typh mi attendono per cena. Saluto con malinconia il mio amico Alain che, per tirarmi su il morale, mi dice che se Andrea non mi può ospitare qui a Kerdivoal c'è una casa tutta per me per il tempo che voglio. 
Ecco quello che amo di questo posto: l'accoglienza, quella vera, quella che non vuole nulla in cambio. In Bretagna è così, sempre, da sempre! Forse perchè è un popolo che è stato perseguitato, forse per le estreme condizioni climatiche, forse perchè dopo la Bretagna c'è solo l'Oceano, non lo so, fatto sta che amo questa terra e queste persone, sono davvero parte di me, lo sento nella pelle, nel respiro, nel cuore ed anche stavolta mi riempio di questo benessere e rinvigorisco.
A cena dai miei amici mangiamo le coques che abbiamo raccolto insieme, quanta soddisfazione! Purtroppo è l'ultima sera insieme, ma siamo tutti e tre d'accordo che la mia idea di esportazione della polenta taragna sia un'idea vincente e che quindi a breve tornerò a trovarli. Guardiamo insieme un film. ovviamente doppiato in francese, poi a nanna abbastanza presto, dato che il giorno dopo devo arrivare fino a Rouen!

sabato 16 agosto 2014

Finistère et Morbihan

Nonostante la sveglia a casa di Anne Marie sia suonata alle 7:30 non sono affatto assonnata, forse perché la sola idea di essere a un quarto d'ora da Roscoff, la mia città preferita in assoluto, mi ha riempita di energie per la giornata. Anne Marie mi dice che è morto Robin Williams mentre sto facendo colazione ma non mi sa dire molto di più, allora cerco subito su internet e leggo che si è suicidato e, d'un tratto, la carica che avevo poco prima svanisce. So benissimo che non lo conoscevo certo di persona o che non era un mio parente ma Robin Williams c'è sempre stato "nella mia vita".Da bambina l'appuntamento con Mork e Mindy era una certezza, più tutti i suoi film, più quella sua aria da buono, anche nei ruoli più controversi, come in "One hour photo" o "Insomnia".... insomma. per tutte queste ragioni era comunque parte della mia quotidianità e lo shock di saperlo morto suicida è stato grande. Comunque arriva l'ora in cui devo salutare i miei due amici, faccio qualche foto alla loro bellissima casa e mi rimetto in viaggio. Arrivo a Roscoff che ancora non sono giunte le carovane di turisti e quindi trovo facilmente parcheggio al porto.
C'è la bassa marea e le barche sono tutte appoggiate sul fianco. I campanacci sugli alberi sono scossi dal vento. Il cielo è terso ma in lontananza si vede un fronte temporalesco. I gabbiani gridano e giocano con le correnti d'aria. Roscoff è un piccolo gioiello che splende sempre nel mio cuore e nei miei pensieri, sin dalla notte in cui vi arrivai per la prima volt con mio padre. Ricordo perfettamente l'odore dell'aria, un misto di acqua salata, alghe, fiori e crepes, ed ogni volta lo ritrovo sempre uguale. 
Faccio un tour della città, vado lungo il pontile dei traghetti per l'Ile de Batz, da cui si gode di una fantastica vista su tutta la città. Sogno di avere un giorno una casa lì, affacciata sul porto, e di svegliarmi col suono dei campanacci delle barche. Chissà, sono una persona molto determinata, magari ci riuscirò davvero.
Saluto la mia cittadina e mi dirigo verso la strada costiera, l'idea è di fare tutta la costa nord del Finistère e di fermarmi a vedere quanti più fari possibili. Sono passati troppo anni dall'ultima volta che ho fatto quella parte di Finistère eppure, di tanto in tanto, in qualche incrocio, mi tornavano alla memoria i luoghi visitati e ne ho ripercorso con molto piacere le tappe. Ho rivisto il Faro de la Vierge, ma a differenza dell'ultima volta l'ho visto con il sole! Sono tornata alla Pointe de Saint Mathieu dove, su una sola scogliera, vi sono ben due fari, una cattedrale semidistrutta dai bombardamenti e il memoriale per i caduti di guerra. Un luogo particolarissimo, affascinante e spettrale allo stesso tempo. Faccio amicizia col cane del faro che, non si sa bene per quale motivo, ulula insistentemente con lo sguardo rivolto verso il nulla e quindi inizio a viaggiare con la fantasia, immaginando che possa vedere i fantasmi di chi ha perso la vita proprio lì, sia che fossero soldati sia che fossero pescatori e inizio a provar pena per questo cagnone che passa così le sue giornate, anche se si trova in un luogo meraviglioso. Le carezze non gli dispiacciono affatto ma, nonostante i miei sforzi, ricomincia poco dopo a ululare. Lo saluto e mi rimetto in viaggio direzione Le Conquet, un piccolo porto in cui decido di prendermi une bolée de cidre. Alle 20:00 circa ho promesso a Marylise, la mia prossima couchsurfer già conosciuta tre anni prima, che sarei arrivata a casa sua. Ma mentre imboccavo lo svincolo per Brest la mia conessione internet si è bloccata, perchè la tim aveva messo un blocco dati dall'estero se raggiungevo una certa quantità di Mb. Risultato: il navigatore mi abbandona. Dopo ben 5 chiamate al 119 finalmente riesco a farmi sbloccare il credito internet. ma ormai l'ora è passata e arrivo in ritardo. Ad attendermi ci sono Frédéric, il marito, Marylise, ovviamente e le loro due figlie, Maud et Marie.
Mangiamo, ci raccontiamo un po' di quello che è successo durante gli anni in cui non ci siamo visti, gli parlo della mia idea della polenta e Marylise mi dice di avere un contatto da passarmi di una sua amica che ha avuto un food truck e che quindi può dirmi un sacco di cose e darmi delle dritte. Direi che è perfetto!
Andiamo a nanna presto perchè il giorno seguente loro vanno al lavoro.

13 agosto
Facciamo colazione verso le 10 e alle 10:30 io e Maud ci mettiamo in macchina per andare a fare una bella gita sul Cap de la Chèvre, a poco più di un'ora da Brest. Purtroppo il tempo non è affatto clemente con noi dato che ogni volta che arriviamo alla destinazione scelta inizia a diluviare. Con qualche difficoltà visitiamo per primo proprio il Cap de la Chèvre, ma oggi ho proprio cannato abbigliamento e soprattutto scarpe! Dopo pochi minuti ho i piedi fradici e non mi resta che camminare scalza. Non vi sto nemmeno a dire che la vegetazione principale delle scogliere sono i rovi..... 
Puntiamo allora verso Camaret, alla ricerca di una creperia per mangiare qualcosa. Sul porto ci sono le bancarelle dei brocantes e Maud adora gli abiti usati, così ci mettiamo a spulciare tra le montagne di vestiti a poco prezzo ed alla fine riesco a trovare anche qualcosa per me. Un bellissimo foulard da marinaio in seta!! Ci gustiamo la crepe e ripartiamo per andare a visitare la Pointe de Pen hir, poco distante dalla città. I Menhir lungo la statale mi  riportano alla mente una foto di me bambina, appoggiata ad uno di essi con indosso un cappotto a fiori e penso a quanto quelle pietre mi sembrassero giganti e a quanto ora sembrino piccoline. Dopo aver fatto un po' di coda per posteggiare finalmente andiamo a farci una piccola passeggiata fino al bordo della scogliera. Il panorama è mozzafiato, intorno a noi grandi nuvole nere minacciose che aggiungevano fascino alla cartolina. Scattiamo qualche foto e siamo pronte per rientrare a Brest, dato che Maud alle 18:00 aveva appuntamento da un fisiatra. Lei fa la ballerina di professione ed ora è ferma perchè si è fatta male ad un ginocchio e questo le ha parecchio scombussolato la vita, dunque non vorrei mai che arrivasse in ritardo all'appuntamento.
Ne approfitto per andare a fare un po' di spesa per la sera, dato che ho proposto di fare una cena "italiana". Sono riuscita addirittura a trovare del Chianti Piccini cosicchè si potesse davvero dire di aver fatto una cena italiana in tutto e per tutto. Abbiamo trascorso una serata molto piacevole e hanno apprezzato parecchio la mia cucina. A nanna ancora piuttosto presto anche se poi, tra un commento su facebook e l'altro, ho finito per addormentarmi alle 2:00.

14 agosto
Risveglio con nuvole nella casaconvistasulcimitero di Marylise, una cosa che fa sempre una certa impressione, ma alla fine se ci pensi bene, sono i migliori vicini che si possa avere ;)
Saluto Maud e Marie e parto alla volta del luogo per me sacro di Bretagna, la Pointe du Raz. Praticamente per me è come se fosse un pellegrinaggio, una missione da compiere. 
Sulla strada i pensieri corrono veloci e la sola idea di essere in viaggio per la Pointe du Raz mi riempie di gioia e malinconia allo stesso tempo. Per me ha davvero un valore speciale.
Innanzitutto la prima volta che mio padre mi ci portò ero bambina e ricordo con tanto affetto mentre mi aiutava ad arrampicarmi sulle rocce per poter arrivare proprio sulla punta della punta, nel punto più vicino al faro de la Vieille. Lì infatti c'è un grande scoglio su cui ci si può sedere ad ascoltare il Raz, la corrente che passa attraverso gli scogli ed osservare l'immensità deell'oceano.
Sin da quella prima volta ho provato dei sentimenti fortissimi per quel luogo e quando poi, nell'ormai lontano 2000, mio padre è mancato, ho iniziato a credere con tutta me stessa che quello fosse il luogo in cui avrei per sempre potuto essere insieme a lui. Ed infatti, tutte le volte che ci sono tornata, mi sono sentita bene, in pace, nonostante il grande sforzo atletico per arrampicarsi fino in punta. Non so come spiegarlo, ma è come se ci fosse un grande magnete che mi attira lì. 
Poco prima della Pointe du Raz c'è la Baie des Tréspassées, una gigantesca spiaggia tra le falesie, e questa volta sono riuscita a coronare il sogno di pranzare nell'albergo che domina la baia. Il cielo era terso e c'era poco vento, così ho potuto mangiare all'aperto le mie adorate moules à la crème. Quanta beatitudine aver davanti a me proprio il mio luogo del cuore! Dopo pranzo ho fatto una passeggiata sulla spiaggia per andare a pucciare i piedi nell'oceano, fare il bagno era impensabile dato che comunque la temperatura esterna era di non più di 20 gradi. Qualche foto col salto e poi via, verso la mia Mecca.
Il sito purtroppo da qualche anno è stato messo a pagamento (6 euro), ma sarei disposta anche a dargli 50 euro pur di poterci andare. Hanno dovuto farlo quasi per forza però, perchè l'affluenza di turisti è massiccia e negli anni avevano mangiato via tutta la vegetazione della scogliera perchè non c'erano percorsi segnati e camminavano dappertutto, invece con le entrate del parcheggio a pagamento sono riusciti ad attrezzare l'area e finalmente la vegetazione ha ripreso possesso del terreno. Percorro la stradina che in dieci minuti porta al faro della marina militare con il batticuore e quando finalmente la punta sbuca all'orizzonte scoppio in un pianto liberatorio, in mezzo a tutta la gente che inizia a guardarmi strano, ma a me non importa, sono di nuovo lì, sono di nuovo insieme a papà, mi mancano ancora pochi metri e potrò finalmente parlare ancora con lui e cantare con lui. In quaranta minuti di scalata arrivo davanti all'oceano e lì perdo completamente la nozione del tempo. L'ultima volta ci ero arrivata insieme alla mia chitarra, ma anche se ora ero senza strumento ho iniziato a cantare forte, a ridere e ad urlare. I gabbiani volavano sopra la mia testa ed il suono del Raz mi massaggiava l'anima. Non volevo più andarmene da lì, nonostante su di me incombessero delle grandi nubi nere che mi avrebbero provocato non pochi problemi a rientrare sul percorso consentito ai turisti. Io lì mi sento al sicuro, anche se è il posto meno sicuro che ci possa essere dato che ci sono addirittura dei cartelli con scritto "al di là di questo limite è a vostro rischio e pericolo". 
Resto ben due ore seduta lì ma poi mi tocca farmi forza e tornare indietro, anche perchè ci sono Pippo e Typhaine che mi aspettano per cena e ho tantissima voglia di rivederli!
Un'oretta dopo sono in macchina, rinfrancata nello spirito, in direzione erdeven, nel Morbihan, un altro dipartimento della Bretagna.
C'è molto traffico sulla strada, ma riesco comunque ad arrivare per l'ora di cena. L'accoglienza è calorosa, voglio bene a questi due ragazzi, come se ci fossimo conosciuti fin da quando eravamo bambini. A volte capita nella vita di incontrare persone con cui si sta bene sin dal primo istante e il mio rapporto con loro è così. La novità di quest'anno è che hanno comprato una bellissima casetta e la stanno ristrutturando pian piano ed in più hanno preso un cane bellissimo, che si chiama Doug e che appena ha visto Pollo sbucare dal mio zaino si è innamorato  e ha iniziato a giocarci! Povero Pollo!!!! 
Facciamo una cenetta deliziosa in salotto e poi beviamo del rum "pimpato" da Pippo. Dopo un bel po' di chiacchiere giunge l'ora della nanna e mi butto sotto il piumone con il sorriso sulle labbra. 

giovedì 14 agosto 2014

Bretagne, tout-court!

Mi risveglio in questa splendida stanzetta e dalla piccola finestrella bianca con le tendine vedo che fuori c'è il sole! Mi sento subito carica e pronta ad attraversare i mille paesini del nord Bretagna. Scendo a fare colazione e ci sono altre due ospiti. Due ragazze americane, molto simpatiche, con cui intavoliamo una lunga conversazione sul perché, nel loro lungo viaggio, non abbiano incluso la Bretagna. Certo che ritrovarsi  in un B&B gestito da inglesi in Normandia a parlare inglese (alla mia maniera) con due americane a colazione è alquanto singolare. Ma direi che me la sono cavata alla grande.
Alle nove e mezza sono già in viaggio pronta ad andare verso Saint-Malo. Il traffico è intenso, sono nei dintorni del Mont Saint Michel e dato che l'ho già visitato in lungo e in largo la volta scorsa, decido di passare oltre e vado verso Dinard, di fronte a Saint Malo. Mi fermo in un paesino subito dopo e trovo una creperie stupenda, su un promontorio in mezzo alla baia di Saint Malo. Si vede tutto! Mangio al coperto perchè il tempo ha cominciato a fare un po' le bizze, ma come sempre ordino delle moules à la crème e frites. Neanche il tempo di farmele portare e..... porca miseria, ma io SONO IN BRETAGNA!!!! Quasi non me ne accorgevo, tanto era normale per me esser lì. Da quel momento in poi ho preso piena coscienza del mio viaggio, del perché fossi arrivata fin qui e avessi fatto di tutto per riuscire ad esserci quest'estate.
E' stato un anno di cambiamenti sofferti, ma anche di ritorno a una situazione che mi è parecchio familiare, l'essere da sola. Non scrivo single, perché ultimamente questo termine ha acquisito un'accezione tutta sua, e sembra che, quando ti dichiari single, tu sia una poco di buono o una che non ha voglia di impegnarsi ma solo di darla via. E non è affatto così. Me la sono cavata da sola per parecchio tempo, coltivando i miei sogni per non dover pensare troppo di non avere qualcuno affianco con cui poterli condividere, dopodichè per qualche tempo ho avuto l'opportunità di condividerli, ma ancora non mi sentivo giunta in un porto sicuro e anzi, ho iniziato seriamente a dubitare che potesse esistere per me un porto sicuro, perché credevo d'essere una nave alla deriva. Ebbene, ogni fine conduce ad un nuovo inizio e io ho deciso di ricominciare da me. Nel giro di pochissimo tempo ho deciso cosa avrei potuto fare per potermi finalmente trasferire a vivere in Bretagna, le idee erano molte ma non ero mai del tutto convinta, poi l'illuminazione è giunta: portare la polenta taragna in Bretagna! Che suona un po' come "dimmi dell'india hai piu' pensato a quel progetto di esportare la piadina romagnola" frase celebre dell'ormai dimenticato Samuele Bersani. L'idea è ben ponderata, tutto nasce dal fatto che qui la gente è abituata a mangiare le Crepes de Blé Noir, le crepes salate per intendersi, e sono fatte di acqua, grano saraceno e sale. Vi ricorda nulla? Allora in questi mesi ho cercato un modo per svolgere questa attività e, grazie anche a una domenica trascorsa al Castello ad assaggiare ogni specialità di ogni food truck presente nel piazzale, ho trovato come fare. Compro un'APE PIAGGIO e me la faccio modificare in food truck, è una cosa che fanno ora, un po' perché è una moda un po' perché ci sono sempre meno soldi e il cibo di strada sta avendo il suo momento di gloria. Dopodiché ho trovato  un brevetto italiano per una macchina che fa la polenta e ti permette di servirla "alla spina". Ci aggiungerei dei sughi preparati da me a casa e dei formaggi e salumi locali e.... sarei prontissima a fare la concorrenza alla crepe!!!! Sembra tutto campato per aria e forse vi strapperà anche un sorriso il fatto che io pensi di esportare della polenta con un'apecar, ma è tutto fottutamente serio e reale e sono venuta fino in Bretagna per capire che documenti ci vogliano e dove è possibile realizzare i migliori guadagni. Sono qui per fare l'imprenditrice! Questo è quanto....
Nel frattempo una mia vecchia conoscenza del Couchsurfing mi ha scritto per dirmi che può ospitarmi la notte e che posso arrivare quando voglio. La mia amica Anne Marie ha dato una svolta decisiva alla giornata, perchè si trova nel finistère, ben lontano da dove ho mangiato le cozze e quindi cambio percorso e inizio a guidare per arrivare a casa sua ad un orario decente. Mi prendo il mio tempo per fare qualche strada panoramica e alle 20:30 arrivo a casa sua. Ad attendermi c'è anche suo marito, Jean Michel. Non ci vediamo da 3 anni ma è come se non me ne fossi mai andata da là. Mangiamo dell'ottimo pollo arrosto e ci aggiorniamo sulle nostre vite. Anne Marie ha imparato l'italiano grazie ad internet ed è felicissima di poter parlare un po' in italiano con me perchè così la posso correggere e lei fa altrettanto con il mio francese arrugginito. Il giorno dopo partiranno per una settimana di vacanza quindi vado a nanna presto che la sveglia suonerà dopo poco. 


domenica 10 agosto 2014

BELGIAN EXPERIENCE

08 agosto

Ho atteso fino ad ora per scrivere, ma ormai è giunto il momento di raccontarvi questi iniziali due giorni di viaggio.
Vorrei innanzitutto ricordarvi che ho affrontato il mio primo volo da sola. La prova era dura, psicologicamente, ma devo dire che l'ho superata con successo!
 Pollo, il mio ormai inseparabile compagno di molti viaggi, ha come al solito fatto molte più conquiste di me, ma per tutto lo stritolamento che ha subito non mi sento di fargli una scenata di gelosia... in fondo con me è sempre leale.
Il decollo da Nizza prevede il rullaggio dell'aereo praticamente di fianco al mare, spettacolare se non si ha paura di volare ;) Purtroppo, dopo essere partita con un sole splendido, una volta a Bruxelles il tempo è decisamente peggiorato. Per dirla in poche e semplici parole: pioveva che dio la mandava (e io, a mia volta, mandavo dio.... ma questa è un'altra storia), dunque ho fatto un piccolo cambio di programma e sono andata direttamente a Bruges, senza passare da Gent.
A Bruges ho raggiunto la casa della mia prenotazione di Airbnb. Un casetta molto carina in una zona molto tranquilla a 20 minuti  a piedi dal centro città . Vengo accolta da un uomo molto simile al padre bifolco che si vede ogni tanto nei Simpson. Mi dice di aver fatto un casino con le prenotazioni e che quindi la stanza che avvo prenotato, essendo la più grande, l'aveva già assengata a 3 ragazzi che sarebbero arrivati in serata. Mi propone allora di dormire in questa specie di scantinato/taverna/salotto e aggiunge "così sei anche più vicina al bagno". Avrei dovuto capirlo subito che quella stanza faceva CAGARE! Il materasso era appoggiato su non si sa bene cosa, non aveva alcun tipo di copertura, per terra c'erano dei tappeti che non venivano lavati dal tempo in cui erano stati comprati, il cuscino era alto mezzo centimetro e la stanza puzzava tremendamente di muffa! Decido così di andare a fare un giro in centro il prima possibile e di bere quanta più birra possibile per non ricordarmi troppo del letto in cui dovrò dormire.
Bruges è una cittadina carinissima, con delle case molto vecchie e "pietrose" e con dei canali che la attraversano. Decido di farmi la prima birra da Cambrinus, una birreria con solo 200 birre diverse tra cui scegliere. Non sapendo assolutamente fare una scelta chiedo al mio vicino di bancone e mi consiglia una Tripel Karmeliet dopo avermi chiesto quali fossero i miei gusti. E direi che ci ha preso in pieno!! Vista la leggerezza alcolica e la stanchezza della giornata ordino anche un tagliere misto di formaggi, paté e bacon. Mi portano una quantità di cibo inaffrontabile, ma piano piano, boccone dopo boccone, riesco a mangiar tutto. Bene, vorrà dire che salterò la cena! Nel frattempo ha piovuto, spiovuto, piovuto, spiovuto almeno quattro volte. Quando esco dal locale ha finalmente smesso, così continuo il tour della città. Arrivata nella piazza del fishmarket un ragazzo indiano ma tedesco mi chiede se gli posso fare una foto con il suo cellulare.... e da lì non me lo sono più scrollato di dosso. Si chiama Kamal, è ospite da alcuni amici a Bruges e parla inglese, francese, tedesco (of course!) e pure un po' di fiammingo. Quindi iniziamo a chiacchierare mischiando qualunque idioma. Peccato che dopo un po' avessi voglia di continuar a vedermi la città da sola, ma davvero non c'era verso di farlo andare per la sua strada, così, su consiglio di un amico su FB ho deciso di stenderlo a colpi di birra in un altro pub. Mi dirigo dunque al Brugs Beertje, un pub piccolino ma tanto tanto accogliente. Il giovane Kamal non molla, nonostante non abbia nemmeno voglia di bere, adducendo scuse del tipo "ho mangiato le cozze e mi sono rimaste sullo stomaco". Ehi, carino, se ti restano le cozze sullo stomaco proprio non lo devi venire a dire a me! Vabbè..... Alla mia quarta birra decido che è il momento di cacciarlo, perchè proprio non ne posso più e gli dico semplicemente "Kamal, grazie per la compagnia, ora avrei proprio bisogno di passare del tempo da sola". Evvivaaaaaa, l'ha capito!!! Rientro a casa verso l'una e mezza, per strada non c'è molto movimento, ma tutto sommato mi sono sentita tranquilla a passeggiare da sola a quell'ora di notte. 
Rientrando in casa mi ritrovo a dover fare lo slalom tra un motorino e due biciclette prima di poter entrare nella stanza.Prendo qualche goccia per dormire nella speranza che, insieme all'alcol ingurgitato, io svenga nel letto senza più muovermi. Insomma, volevo proprio riuscire a dormire stile mummia nel sarcofago.

9 agosto
 Punto la sveglia alle otto e mezza, mi alzo, mi vesto, faccio il minimo indispensabile per uscire pulita e profumata e parto in direzione Blankenberg, per fare colazione sul mare. Il tempo è bello, ci sono le mie adorate nuvolette bianche nel cielo. Peccato che Blankenberg sia oscena! Gratosoglio-sur-mer, come giustamente ha commentato Frenk ad una delle foto che ho pubblicato. Una spiaggia immensa, immensa davvero, ma dei palazzi sul lungomare che spaventerebbero anche uno della costa Brava! Mi siedo in un bar e ordino un cappuccino e una torta di mele. Mi porta il cappuccino in tempo zero e la torta di mele invece arriva ben 15 minuti dopo, quando il cappuccino era ormai un ricordo e per di più era congelataa al centro. Niente da fare insomma.... fuggo da quel posto orribile e inizio a guidare in direzione Francia. Il paesaggio non è niente di che, c'è un traffico incredibile e io non vedo l'ora di andarmene dal Belgio! Punteggio finale della "quasi due giorni belga"? 5/6. Come il mio voto di matematica alla maturità. Sì, insomma, come direbbe un francese "pas de quoi".
Nel frattempo guido in direzione Le Havre, perchè ho trovato una couchsurfer, insegnante di canto, che mi ospita per la notte. 
Si è quasi fatta l'ora di pranzo e punto per mangiare sempre vista mare. Ma soprattutto punto a mangiar cozze!
Mi dirigo verso Graveline, un paesino mignon  appena prima di Calais. Trovo un ristorantino affacciato sul piccolo porticciolo, si chiama l'Arlequin. C'è parecchio vento, ma io indomita voglio mangiare all'aperto. Le cozze che ordino sono alla crème con un formaggio di cui non ricordo il nome, ma erano squisite!!! Accompagno il tutto con una Leffe e finalmente mi si risolleva il morale.
Passo per la costa subito dopo Calais, ma non è niente di speciale, o meglio, ho visto posti più belli. Purtroppo si è fatto tardi e non ho il tempo di fare la strada costiera tra Fecamp e Etretat, ma mi rirpopongo di andarci il giorno successivo, quantomeno ad Etretat.
Arrivo a casa di Anais a Le Havre verso le otto e mezza di sera. Ad attendermi c'è anche il suo compagno, Gaétan e la sua gatta. Mi prepara un aperitivo mentre aspettiamo che si scaldi il pollo al sidro che mi ha preparato.... slurp!!!!! Lei è dolcissima e chiacchieriamo per tutta la serata di qualunque argomento, dalla musica alla politica, dalle passioni personali alle persone pazze che abbiamo incontrato nella nostra vita, annaffiando la conversazione con del sidro che non ci sta mai male!
 All'una e mezza sono pronta a morire nel letto. Inizio a scrivere il blog ma gli occhi si chiudono e quindi rimando tutto a domani.
Buona nanna :)




venerdì 8 agosto 2014

Notte prima degli esami... ops, del volo

Come già immaginavo stanotte addormentarsi è un'impresa peggiore del solito.  Qualche goccia in più,  anche in virtù del fatto che sembra di avere il letto in mezzo alla tangenziale nord in piena ora di punta, ma sembra non bastare. Ma soprattutto non sto pensando affatto che tra poche ore sarò su un aereo... nonono...
Ti prego dio Diazepam, spegnimi il cervello!

Buonanotte ai sognatori

mercoledì 6 agosto 2014

IL VIAGGIO RICOMINCIA!

Il viaggio sta per ricominciare, la destinazione è la stessa ma ci arriverò in maniera differente dall'ultima volta.
Innanzitutto prenderò per la prima volta un aereo da sola, fatto non trascurabile perchè aggiunge già così una dose adrenalinica da 100cc! Goccine e pasticche dopanti sono ovviamente già state messe nel bagaglio a mano, ça va sans dire! 
Partirò dall'aeroporto di Nizza e attererò a Bruxelles, dove ho già prenotato l'auto. La prima tappa sarà Bruges, se riesco passo anche da Gent che mi è stata consigliata.
Purtroppo non ho trovato couchsurfers disponibili e ho quindi "ripiegato" su airbnb.com e ho trovato una stanza carina a soli 25 euro. Vorrà dire che una volta in centro a Bruges cercherò di fare amicizia con qualcuno per andare a sfondarci di birre belghe ^_^

Diversamente dall'ultima volta in cui sono andata in Bretagne, quest'anno il mio viaggio ha uno scopo ben preciso, ma perchè togliervi il gusto di scoprirlo poco alla volta? 
Vi dico solo che si tratta di un viaggio quasi "di lavoro".

Per ora è tutto, dovrò riprender dimestichezza con questo blog, non lo uso da 3 anni.... dunque, restate sintonizzati!
Sentirvi vicini a me sarà un po' come avervi in viaggio con me e spero anche di strapparvi qualche sorriso.

A presto allora!

venerdì 26 agosto 2011

4885

colonna sonora, colonna portante

4-8-8-5, vi do i numeri da giocare al Lotto! Tanti sono i chilometri che ho fatto in questa vacanaza! Si lo so, penserete che sono distrutta e che non è davvero vacanza se ci si stanca anzichè riposarsi, ma ormai dovreste aver capito che genere di viaggio mi piaccia! E in effetti sono solo un po' provata dal viaggio di oggi, quasi 700 km, di cui 250 su strade di montagna perchè a me le autostrade rompono i coglioni. Ma ora mi preparo per uscire con gli amici del mare, perchè la Pippi non si ferma mai!!!!