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sabato 16 agosto 2014

Finistère et Morbihan

Nonostante la sveglia a casa di Anne Marie sia suonata alle 7:30 non sono affatto assonnata, forse perché la sola idea di essere a un quarto d'ora da Roscoff, la mia città preferita in assoluto, mi ha riempita di energie per la giornata. Anne Marie mi dice che è morto Robin Williams mentre sto facendo colazione ma non mi sa dire molto di più, allora cerco subito su internet e leggo che si è suicidato e, d'un tratto, la carica che avevo poco prima svanisce. So benissimo che non lo conoscevo certo di persona o che non era un mio parente ma Robin Williams c'è sempre stato "nella mia vita".Da bambina l'appuntamento con Mork e Mindy era una certezza, più tutti i suoi film, più quella sua aria da buono, anche nei ruoli più controversi, come in "One hour photo" o "Insomnia".... insomma. per tutte queste ragioni era comunque parte della mia quotidianità e lo shock di saperlo morto suicida è stato grande. Comunque arriva l'ora in cui devo salutare i miei due amici, faccio qualche foto alla loro bellissima casa e mi rimetto in viaggio. Arrivo a Roscoff che ancora non sono giunte le carovane di turisti e quindi trovo facilmente parcheggio al porto.
C'è la bassa marea e le barche sono tutte appoggiate sul fianco. I campanacci sugli alberi sono scossi dal vento. Il cielo è terso ma in lontananza si vede un fronte temporalesco. I gabbiani gridano e giocano con le correnti d'aria. Roscoff è un piccolo gioiello che splende sempre nel mio cuore e nei miei pensieri, sin dalla notte in cui vi arrivai per la prima volt con mio padre. Ricordo perfettamente l'odore dell'aria, un misto di acqua salata, alghe, fiori e crepes, ed ogni volta lo ritrovo sempre uguale. 
Faccio un tour della città, vado lungo il pontile dei traghetti per l'Ile de Batz, da cui si gode di una fantastica vista su tutta la città. Sogno di avere un giorno una casa lì, affacciata sul porto, e di svegliarmi col suono dei campanacci delle barche. Chissà, sono una persona molto determinata, magari ci riuscirò davvero.
Saluto la mia cittadina e mi dirigo verso la strada costiera, l'idea è di fare tutta la costa nord del Finistère e di fermarmi a vedere quanti più fari possibili. Sono passati troppo anni dall'ultima volta che ho fatto quella parte di Finistère eppure, di tanto in tanto, in qualche incrocio, mi tornavano alla memoria i luoghi visitati e ne ho ripercorso con molto piacere le tappe. Ho rivisto il Faro de la Vierge, ma a differenza dell'ultima volta l'ho visto con il sole! Sono tornata alla Pointe de Saint Mathieu dove, su una sola scogliera, vi sono ben due fari, una cattedrale semidistrutta dai bombardamenti e il memoriale per i caduti di guerra. Un luogo particolarissimo, affascinante e spettrale allo stesso tempo. Faccio amicizia col cane del faro che, non si sa bene per quale motivo, ulula insistentemente con lo sguardo rivolto verso il nulla e quindi inizio a viaggiare con la fantasia, immaginando che possa vedere i fantasmi di chi ha perso la vita proprio lì, sia che fossero soldati sia che fossero pescatori e inizio a provar pena per questo cagnone che passa così le sue giornate, anche se si trova in un luogo meraviglioso. Le carezze non gli dispiacciono affatto ma, nonostante i miei sforzi, ricomincia poco dopo a ululare. Lo saluto e mi rimetto in viaggio direzione Le Conquet, un piccolo porto in cui decido di prendermi une bolée de cidre. Alle 20:00 circa ho promesso a Marylise, la mia prossima couchsurfer già conosciuta tre anni prima, che sarei arrivata a casa sua. Ma mentre imboccavo lo svincolo per Brest la mia conessione internet si è bloccata, perchè la tim aveva messo un blocco dati dall'estero se raggiungevo una certa quantità di Mb. Risultato: il navigatore mi abbandona. Dopo ben 5 chiamate al 119 finalmente riesco a farmi sbloccare il credito internet. ma ormai l'ora è passata e arrivo in ritardo. Ad attendermi ci sono Frédéric, il marito, Marylise, ovviamente e le loro due figlie, Maud et Marie.
Mangiamo, ci raccontiamo un po' di quello che è successo durante gli anni in cui non ci siamo visti, gli parlo della mia idea della polenta e Marylise mi dice di avere un contatto da passarmi di una sua amica che ha avuto un food truck e che quindi può dirmi un sacco di cose e darmi delle dritte. Direi che è perfetto!
Andiamo a nanna presto perchè il giorno seguente loro vanno al lavoro.

13 agosto
Facciamo colazione verso le 10 e alle 10:30 io e Maud ci mettiamo in macchina per andare a fare una bella gita sul Cap de la Chèvre, a poco più di un'ora da Brest. Purtroppo il tempo non è affatto clemente con noi dato che ogni volta che arriviamo alla destinazione scelta inizia a diluviare. Con qualche difficoltà visitiamo per primo proprio il Cap de la Chèvre, ma oggi ho proprio cannato abbigliamento e soprattutto scarpe! Dopo pochi minuti ho i piedi fradici e non mi resta che camminare scalza. Non vi sto nemmeno a dire che la vegetazione principale delle scogliere sono i rovi..... 
Puntiamo allora verso Camaret, alla ricerca di una creperia per mangiare qualcosa. Sul porto ci sono le bancarelle dei brocantes e Maud adora gli abiti usati, così ci mettiamo a spulciare tra le montagne di vestiti a poco prezzo ed alla fine riesco a trovare anche qualcosa per me. Un bellissimo foulard da marinaio in seta!! Ci gustiamo la crepe e ripartiamo per andare a visitare la Pointe de Pen hir, poco distante dalla città. I Menhir lungo la statale mi  riportano alla mente una foto di me bambina, appoggiata ad uno di essi con indosso un cappotto a fiori e penso a quanto quelle pietre mi sembrassero giganti e a quanto ora sembrino piccoline. Dopo aver fatto un po' di coda per posteggiare finalmente andiamo a farci una piccola passeggiata fino al bordo della scogliera. Il panorama è mozzafiato, intorno a noi grandi nuvole nere minacciose che aggiungevano fascino alla cartolina. Scattiamo qualche foto e siamo pronte per rientrare a Brest, dato che Maud alle 18:00 aveva appuntamento da un fisiatra. Lei fa la ballerina di professione ed ora è ferma perchè si è fatta male ad un ginocchio e questo le ha parecchio scombussolato la vita, dunque non vorrei mai che arrivasse in ritardo all'appuntamento.
Ne approfitto per andare a fare un po' di spesa per la sera, dato che ho proposto di fare una cena "italiana". Sono riuscita addirittura a trovare del Chianti Piccini cosicchè si potesse davvero dire di aver fatto una cena italiana in tutto e per tutto. Abbiamo trascorso una serata molto piacevole e hanno apprezzato parecchio la mia cucina. A nanna ancora piuttosto presto anche se poi, tra un commento su facebook e l'altro, ho finito per addormentarmi alle 2:00.

14 agosto
Risveglio con nuvole nella casaconvistasulcimitero di Marylise, una cosa che fa sempre una certa impressione, ma alla fine se ci pensi bene, sono i migliori vicini che si possa avere ;)
Saluto Maud e Marie e parto alla volta del luogo per me sacro di Bretagna, la Pointe du Raz. Praticamente per me è come se fosse un pellegrinaggio, una missione da compiere. 
Sulla strada i pensieri corrono veloci e la sola idea di essere in viaggio per la Pointe du Raz mi riempie di gioia e malinconia allo stesso tempo. Per me ha davvero un valore speciale.
Innanzitutto la prima volta che mio padre mi ci portò ero bambina e ricordo con tanto affetto mentre mi aiutava ad arrampicarmi sulle rocce per poter arrivare proprio sulla punta della punta, nel punto più vicino al faro de la Vieille. Lì infatti c'è un grande scoglio su cui ci si può sedere ad ascoltare il Raz, la corrente che passa attraverso gli scogli ed osservare l'immensità deell'oceano.
Sin da quella prima volta ho provato dei sentimenti fortissimi per quel luogo e quando poi, nell'ormai lontano 2000, mio padre è mancato, ho iniziato a credere con tutta me stessa che quello fosse il luogo in cui avrei per sempre potuto essere insieme a lui. Ed infatti, tutte le volte che ci sono tornata, mi sono sentita bene, in pace, nonostante il grande sforzo atletico per arrampicarsi fino in punta. Non so come spiegarlo, ma è come se ci fosse un grande magnete che mi attira lì. 
Poco prima della Pointe du Raz c'è la Baie des Tréspassées, una gigantesca spiaggia tra le falesie, e questa volta sono riuscita a coronare il sogno di pranzare nell'albergo che domina la baia. Il cielo era terso e c'era poco vento, così ho potuto mangiare all'aperto le mie adorate moules à la crème. Quanta beatitudine aver davanti a me proprio il mio luogo del cuore! Dopo pranzo ho fatto una passeggiata sulla spiaggia per andare a pucciare i piedi nell'oceano, fare il bagno era impensabile dato che comunque la temperatura esterna era di non più di 20 gradi. Qualche foto col salto e poi via, verso la mia Mecca.
Il sito purtroppo da qualche anno è stato messo a pagamento (6 euro), ma sarei disposta anche a dargli 50 euro pur di poterci andare. Hanno dovuto farlo quasi per forza però, perchè l'affluenza di turisti è massiccia e negli anni avevano mangiato via tutta la vegetazione della scogliera perchè non c'erano percorsi segnati e camminavano dappertutto, invece con le entrate del parcheggio a pagamento sono riusciti ad attrezzare l'area e finalmente la vegetazione ha ripreso possesso del terreno. Percorro la stradina che in dieci minuti porta al faro della marina militare con il batticuore e quando finalmente la punta sbuca all'orizzonte scoppio in un pianto liberatorio, in mezzo a tutta la gente che inizia a guardarmi strano, ma a me non importa, sono di nuovo lì, sono di nuovo insieme a papà, mi mancano ancora pochi metri e potrò finalmente parlare ancora con lui e cantare con lui. In quaranta minuti di scalata arrivo davanti all'oceano e lì perdo completamente la nozione del tempo. L'ultima volta ci ero arrivata insieme alla mia chitarra, ma anche se ora ero senza strumento ho iniziato a cantare forte, a ridere e ad urlare. I gabbiani volavano sopra la mia testa ed il suono del Raz mi massaggiava l'anima. Non volevo più andarmene da lì, nonostante su di me incombessero delle grandi nubi nere che mi avrebbero provocato non pochi problemi a rientrare sul percorso consentito ai turisti. Io lì mi sento al sicuro, anche se è il posto meno sicuro che ci possa essere dato che ci sono addirittura dei cartelli con scritto "al di là di questo limite è a vostro rischio e pericolo". 
Resto ben due ore seduta lì ma poi mi tocca farmi forza e tornare indietro, anche perchè ci sono Pippo e Typhaine che mi aspettano per cena e ho tantissima voglia di rivederli!
Un'oretta dopo sono in macchina, rinfrancata nello spirito, in direzione erdeven, nel Morbihan, un altro dipartimento della Bretagna.
C'è molto traffico sulla strada, ma riesco comunque ad arrivare per l'ora di cena. L'accoglienza è calorosa, voglio bene a questi due ragazzi, come se ci fossimo conosciuti fin da quando eravamo bambini. A volte capita nella vita di incontrare persone con cui si sta bene sin dal primo istante e il mio rapporto con loro è così. La novità di quest'anno è che hanno comprato una bellissima casetta e la stanno ristrutturando pian piano ed in più hanno preso un cane bellissimo, che si chiama Doug e che appena ha visto Pollo sbucare dal mio zaino si è innamorato  e ha iniziato a giocarci! Povero Pollo!!!! 
Facciamo una cenetta deliziosa in salotto e poi beviamo del rum "pimpato" da Pippo. Dopo un bel po' di chiacchiere giunge l'ora della nanna e mi butto sotto il piumone con il sorriso sulle labbra.